La scuola è terminata e insieme al periodo di meritato riposo si avvicina il momento dell’annosa questione: compiti delle vacanze sì o no?

Già di per sé definirli “compiti delle vacanze” appare una contraddizione, poiché la parola “compito” richiama al lavoro scolastico, mentre “vacanze” rimanda al riposo, tanto più in un periodo così complesso a causa della situazione sanitaria che ha richiesto durante l’anno capacità di flessibilità e un impegno notevole a bambini, insegnanti e genitori.

Su questo argomento si è scritto e dibattuto molto e la questione compiti delle vacanze rappresenta uno degli argomenti caldi perché non riguarda solo la scuola e il bambino ma ricade sulla famiglia generando spesso profondi scontri.

Rispetto alla tematica possiamo individuare due posizioni opposte ed estreme:

  • chi è a favore nell’assegnare molti compiti allo scopo di non perdere l’allenamento allo studio
  • chi si dichiara contrario ai compiti e sceglie di non assegnarli per lasciare riposare lo studente

I compiti delle vacanze da una parte rappresentano una prassi scolastica consolidata, dall’altra sono un’opportunità per bambini e ragazzi se riusciamo a soffermarci non tanto sui contenuti quanto sull’occasione che offrono ai bambini per imparare ad organizzare in modo costruttivo e produttivo una parte del loro tempo libero.

Come NON dovrebbero essere i compiti delle vacanze:

  • lavoro in più che completi il programma non svolto durante l’anno scolastico e che necessita comunque dell’interazione con il docente
  • un carico eccessivo che induca nel bambino una sensazione negativa di troppo fatica

Cosa possono fare gli insegnanti:

  • proposte differenziate in base alle caratteristiche: da esercizi per allenare gli automatismi, soprattutto nei primi anni di scolarità, ad attività creative che stimolino il pensiero critico e la rielaborazione personale
  • esercitazioni chiare e semplici legate alle abilità trasversali e non per forza a ogni singola materia
  • proposte di apprendimento informale: leggere libri, fare esperienze all’aria aperta, visitare mostre, raccogliere testimonianze durante le vacanze, tenere un diario personale, ecc.

Cosa possono fare i genitori:

  • permettere ai bambini di trascorrere tempo all’aria aperta: aiuta ad ossigenare il cervello e rafforzare il corpo stimolando il pensiero creativo e l’intelligenza pratica
  • evitare che l’unica alternativa ai compiti siano giochi o attività su computer e cellulari, ma proporre anche uscite insieme, piccoli lavori da svolgere in casa, attività piacevoli come ascoltare musica o leggere un libro
  • far capire al bambino che è importante “come” fa i compiti, e non tanto concludere il prima possibile tutto il lavoro
  • aiutare i bambini e ragazzi a pianificare; può essere utile creare una tabella e suddividere il carico di lavoro. È importante rendere il bambino attivo protagonista di questo lavoro, con momenti di autoriflessione durante il percorso, per aiutarlo a sviluppare autonomia e competenze di pianificazione: sto riuscendo a rispettare il mio programma? Perché? Quali difficoltà ho incontrato?
  • chiarire i ruoli. La responsabilità dei compiti è dei bambini, il genitore è una guida che deve sostenere i figli in questo compito

E’ importante per tutti ricordarsi che le vacanze devono essere anche un tempo di riposo, rilassamento e divertimento.

Buona estate a tutti!

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