Nei nostri gruppi del doposcuola, da sempre, è presente un momento iniziale di condivisione e scambio tra i partecipanti, nato dalla profonda convinzione che l’incontro con l’Altro possa rappresentare un’importante occasione in cui crescere e imparare a conoscersi. A partire da questo anno scolastico, è stato pensato l’inserimento di un momento strutturato di circle time nella prima parte degli incontri di alcuni gruppi pilota della scuola Secondaria di Primo e Secondo Grado.
Il circle time è uno strumento interattivo, usato in psicologia, che favorisce la condivisione e lo scambio tra pari all’interno di un gruppo. La proposta nasce dalla consapevolezza che, anche in contesti specificamente dedicati all’apprendimento, sia importante tenere in considerazione le componenti emotive ed identitarie che già spontaneamente emergono.
L’inserimento di un momento strutturato in cui vengono svolte delle attività di volta in volta diverse proposte dall’Operatrice sollecita la riflessione e il lavoro su aree differenti del Sé. In questo modo, il gruppo diventa una preziosa risorsa per imparare a conoscersi di più e acquisire competenze e capacità psicologiche che gradualmente si aggiungano alla cassetta degli attrezzi che aiuta i ragazzi nei diversi contesti della vita (la scuola, le relazioni con i compagni, la famiglia, lo sport, ecc.).
Le aree su cui si vuole intervenire sono la presentazione e la consapevolezza e l’accettazione di sé e del proprio modo unico di imparare, e le strategie che educano alle life skills.
In queste prime settimane ci siamo concentrati sulla conoscenza reciproca, lasciando ai ragazzi il tempo per entrare in confidenza e sentirsi a proprio agio nel gruppo. La prima attività con cui abbiamo accolto i nostri ragazzi è stata la costruzione di una carta d’identità. Attraverso la compilazione di una scheda si è chiesto di presentarsi, di pensare alle persone e alle cose preferite, ai propri sogni nel cassetto e ai desideri per il futuro. A partire da una riflessione su di sé si è poi condiviso quanto scritto e, dopo un iniziale momento di impaccio e timidezza, il desiderio di conoscere l’altro è prevalso e si è creata una piacevole atmosfera di curiosità e apertura che ha permesso di scoprire quanto ci fosse in comune con i propri compagni di avventura.
Un’altra attività che è stata proposta è stata quella della mongolfiera. A partire dalla metafora di una mongolfiera si è chiesto ai ragazzi di pensare a cosa riuscissero a compiere con leggerezza (come un palloncino), a quali fossero i loro desideri rispetto alla scuola (come le nuvole), a cosa li facesse sentire pesanti e trascinati verso il basso (come il cestino) e a chi fossero i loro riferimenti (come le stelle). L’uso di un’immagine ha permesso ai ragazzi di mettere concretamente a fuoco degli obiettivi personali rispetto agli apprendimenti aprendo il dialogo sugli elementi di fatica che incontrano nella quotidianità scolastica.
Una terza attività, che ha fatto seguito alla mongolfiera, è quella del supereroe. Ciascuno può immedesimarsi in un supereroe con dei superpoteri e con delle fragilità: chiedendo ai ragazzi di immaginarsi in questa veste si è sollecitata la riflessione sui propri punti di forza e di debolezza. Lo spunto della kryptonite per Superman ha attivato in tutti i ragazzi una riflessione sul tema dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento che li accomuna ed è stato possibile condividere il pensiero che anche chi è fortissimo (come Superman) in realtà possiede delle fragilità. A partire da questa riflessione che è nata spontaneamente dal gruppo, grazie alla prima fase di conoscenza, sarà possibile proporre nelle prossime settimane delle attività più specificamente
legate al lavoro sull’accettazione delle fatiche individuali scolastiche e dei DSA.
Ci piace concludere questo articolo con un pensiero di Seneca, che ben descrive il nostro desiderio per i ragazzi che stiamo accompagnando: “Mi chiedi qual è stato il mio più grande progresso? Ho cominciato a essere amico di me stesso”.